José Luis del Palacio: il vescovo che ha messo al primo posto l’Evangelizzazione senza dimenticare l’impegno sociale. «Sono storie piene di vita: ho visto giovani lasciare la droga e imparare a leggere per avere accesso la Parola di Dio. E’ il potere di Gesù Cristo e il potere della Pasqua che fa possibile “rinascere” le persone grazie all’ascolto della Parola e all’Eucaristia»
Ha le idee chiare mons. José Luis del Palacio, arcivescovo di El Callao in Perù: non è l’elemosina a salvare i poveri ma l’annuncio di Gesù Cristo, morto e risorto per noi. Solamente l’annuncio dell’amore di Dio è capace di trasformare la vita delle persone e di ricostruire il tessuto sociale di una società distrutta dal peccato e dalla miseria umana. Ovviamente l’impegno sociale è importante e non c’è bisogno di farlo presente a questo vescovo che governa una diocesi estremamente povera, i cui abitanti fanno i conti ogni giorno con strettezze economiche, mancanza di lavoro, problemi seri come l’analfabetismo e vizi diffusi come corruzione, prostituzione, alcolismo, spaccio e consumo di droga. L’impegno sociale della diocesi è titanico: lavoro di formazione nel carcere, assistenza costante alle famiglie, costruzione di scuole, saloni, ambulatori, corsi di ogni tipo per la formazione dei giovani, in modo particolare sostegno economico e professionale a circa 300 giovani che oggi studiano per diventare maestri, una necessità impellente per far fronte all’emergenza educativa. Ma a muovere tutto questo è lo zelo per annunciare il Vangelo. Perché a nulla serve riempire la pancia dei poveri quando a questi hanno svuotato l’anima e tolto la speranza.
Ed ecco i frutti di un lavoro di sette anni: tante vite trasformate, tante famiglie ricostruite, un aumento vertiginoso delle vocazioni sacerdotali e monastiche… Una pastorale che ha qualcosa da insegnare in un contesto geografico dove la Chiesa soffre ancora le conseguenze di una pastorale fallimentare, quella della Teologia della Liberazione che – sostenuta da vescovi e teologi – ha proposto una interpretazione marxista del Vangelo e messo al primo posto l’assistenza sociale, il riscatto e la giustizia sociale. Un Vangelo “capovolto” che ha provocato numerosi danni nei fedeli e nelle chiese locali declinando la missione della Chiesa in un orizzonte politico, ma che non ha del tutto spento la fede di milioni di fedeli sudamericani che attendono assetati un “ritorno al Vangelo”, l’annuncio della “buona novella” (Lc 7,22). Su questo non si sofferma J. L. del Palacio che racconta invece la sua esperienza di missione al sito spagnolo Religión en Libertad. Qui la mia traduzione del suo intervento.
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Mons José Luis del Palacio (69 anni) – ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II e nominato vescovo da Benedetto XVI – ha compiuto sette anni come vescovo del Callao, una diocesi molto povera del Perù abitata da più di 1,3 milioni di persone, dove si trova il porto e l’aeroporto di Lima. Questo vescovo spagnolo, nato a Madrid, è impegnato in una pastorale di nuova evangelizzazione e a partire da essa affronta anche le grandi sfide sociali che sorgono in una zona piena di povertà, problemi di droga e violenza.
I frutti sono visibili e tangibili. Tanto più si evangelizza, più avvengono conversioni e più si riesce ad aiutare persone che avevano la vita completamente distrutta. Tutto è concatenato. Molti giovani trafficanti e molti carcerati, dopo la conversione, hanno imparato a leggere col solo scopo di leggere la Parola di Dio.
Più di 40 anni di missione in Perù
Mons. Del Palacio arrivò in Perù nel 1976 come missionario del Cammino Neocatecumenale, una realtà che in quegli anni iniziava a compiere i primi passi. L’evangelizzazione è sempre stata parte della sua vita visto che prima di arrivare in America Latina ha annunciato il Vangelo in diverse zone della Spagna aprendo questa realtà ecclesiale in diverse diocesi della penisola.
ui sa come predicare ai giovani del Callao che si sentono persi, perché così si sentì anche lui da giovane. Di formazione psicologo, per un periodo lavorò come responsabile di una discoteca, fu appassionato lettore di Sartre e Camus e partecipò alla contestazione del 68 a Parigi. Tutto questo gli costò la perdita della fede y lo traghettò verso una profonda infelicità, fino a quando venne a conoscenza di un ciclo di catechesi per adulti che Kiko Argüello e Carmen Hernández fecero nella parrocchia di La Paloma a Madrid. Quelle catechesi trasformarono la sua vita y lo portarono fino in Perù.
Il Kerigma trasforma la vita
Oggi, come vescovo, mons. José Luis del Palacio assicura che «in questi sette anni di episcopato ho visto che Dio mi sta aiutando a rialzare una città che era morta attraverso l’annuncio di Gesù Cristo, del Kerigma. Il perdono dei peccati fa possibile la rigenerazione dei giovani. Nicodemo domanda a Gesù: “un uomo vecchio può forse tornare a nascere?” Io questo lo sto vedendo accadere, perché il primo ad essere rigenerato sono stato io stesso».
Se la missione e l’evangelizzazione sono le parole d’ordine per questo vescovo, è proprio su questi parametri che ha voluto trasformare la sua diocesi che è, al tempo stesso, evangelizzata ed evangelizzatrice. Più di 80 sacerdoti (su 150) di questa diocesi del Callao si trovano in missione in altre regioni del Perù e di tutto il mondo. «Quest’anno ha inviato in missione a cinque sacerdoti, uno di loro in Giappone, un paese de-cristianizzato in cui il suicidio rappresenta una delle più grandi preoccupazioni per la nazione».
«Vedo che stanno sorgendo nuove vocazioni y ho dovuto costruire un seminario più grande» spiega il vescovo madrileno. In questo momento la diocesi ha 150 seminaristi, tra il seminario diocesano e il seminario Redemptoris Mater del Cammino Neocatecumenale e una facoltà di teologia.
Dalla povertà alla misericordia
Riguardo alla situazione della sua diocesi, mons. Del Palacio spiega che «il 33% dei giovani non studia né lavora». Come può cambiare questa situazione? La ricetta è semplice: educazione ed evangelizzazione. Questo vescovo cerca e trova materiale riciclato (secondo una “economia circolare”) e sta così riuscendo a creare scuole, auditorium e saloni «affinché la gente ascolti, possa sperimentare un cambiamento e passare dalla povertà alla misericordia, che è ciò che testimonia il Vangelo». In questo modo la diocesi gestisce diciannove scuole parrocchiali e, negli ultimi anni, il vescovo ha costruito altre ventidue aule.
Ma, per il vescovo del Callao, dietro a tutto questo c’è un fine prioritario: recuperare la famiglia: «Stiamo progettando un centro di formazione integrale familiare e comunitario dove le famiglie distrutte possano ricostituirsi, ad esempio, ascoltando e celebrando la Parola di Dio». Questo centro sarà eretto nel deserto e sarà rivolto verso il mare, dove si trova anche un monastero di clausura di monache benedettine. Mons. Del Palacio assicura che quando eresse il monastero, pochi anni fa, c’erano sette monache di clausura, oggi sono più di quaranta e pregano per la diocesi.
Delinquenti pentiti imparano a leggere per ricevere il Vangelo
«Sono molto grato a Dio nel vedere che ci sta accompagnando con coloro che sono maltrattati, le vittime e i carcerati» afferma il prelato, che vede il carcere come uno dei principali centri di evangelizzazione. A questa pastorale si dedicano trentaquattro persone, tra coppie, sacerdoti e giovani, impegnati nella formazione umana e spirituale dei carcerati. «Ho visto molti giovani abbandonare la droga, la vendita di armi e tutto questo grazie al potere del Vangelo! Molti stanno imparando a leggere per poter avere accesso alla Parola di Dio, che offre loro la salvezza».
La richiesta del vescovo alla gente di buona volontà
Vale la pena aiutare questa gente? Si chiede il vescovo, che fa un appello a collaborare per poter continuare realizzando l’opera che unisce l’impegno sociale e quello di evangelizzazione. «Vediamo che Dio provvede, che ci precede cambiando e trasformando le persone. Dai nostri peccati, Egli tira fuori la salvezza. E’ il potere di Gesù Cristo e della Pasqua.
José Luis del Palacio, che è anche dottore in Teologia e Diritto Canonico e ha curato diverse pubblicazioni circa l’Iniziazione Cristiana, la Liturgia e la Nuova Evangelizzazione, insiste sul fatto che i primi beneficiari degli aiuti saranno gli stessi benefattori «perché Dio da il cento per uno» e ricorda come grazie a Dio il seminario e il monastero crescono mentre molte famiglie in missione annunciano il vangelo per le case e per le piazze della diocesi.
José Luis del Palacio spiega che le donazioni arrivano al vescovato (Obispado). «Con quei soldi – aggiunge – si aiutano gli agenti pastorali, le famiglie i bambini più poveri e anche i professori. Abbiamo bisogno di maestri ed è per questo che cerchiamo che i giovani abbiano accesso a studi superiori per poter diventare maestri. Ad oggi abbiamo 300 matricole per questo scopo. I soldi si impiegheranno anche nelle borse di studio per i più bisognosi e, certamente, per i carcerati».
(Tradotto dall’originale spagnolo su Religión en Libertad, in basso